alla scoperta
di arte e artigianato
a Venezia
Il nome deriva dall'antica chiesa di Santa Maria della Carità la cui prima costruzione risale ai tempi antichi della città. All'inizio del 1800, assieme alla adiacente sala dove si riuniva la Confraternita della Carità, venne trasformata nella attuale Accademia delle Belle Arti. Il campanile della chiesa crollò a meta del 1700 distruggendo alcune delle case adiacenti e procurando diversi danni alle barche e gondole in quel momento presenti in canale. La zona fu teatro di un racconto popolare che vuole che il papa Alessandro III, venuto a Venezia in incognito, dopo aver passato all'addiaccio la prima notte in calle del Perdon in zona di Sant'Aponal, fu accolto come sguattero nel monastero della chiesa di Santa Maria della Carità, dove rimase per circa sei mesi fino a quando, riconosciuto da un francese in visita, fu accolto dal Doge a Palazzo Ducale e ospitato con tutti gli onori dal patriarca di Grado a San Silvestro. Il campo della Carità venne unito al campo di San Vidal dal ponte dell'Accademia (inizialmente appellato come Ponte della Carità) costruito inizialmente in ferro su progetto dell'ingegnere austriaco Alfred Neville ed inaugurato il 20 novembre 1854. All'epoca della sua costruzione era il secondo ponte sul Canal Grande e venne pensato per rivitalizzare la zona, tagliata fuori dalle attività con la costruzione del ponte ferroviario. Pensato in ferro, fu presto chiaro che tale materiale non era dei migliori in una città d'acqua e si pensò quindi di sostituirlo con uno di pietra. Nel frattempo ne venne costruito uno provvisorio e sostitutivo in legno su progetto di Eugenio Miozzi, inaugurato nel 1933, provvisorietà che durerà fino ai giorni nostri con la ristrutturazione del 1986 in cui si è mantenuta la sua peculiarità di ponte in legno, anche se si sono introdotte delle integrazioni in acciaio sulla parte sottostante che ne hanno parzialmente alterato l'originalità
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